Liberato incanta Procida con un concerto a sorpresa in “Miez’o mare”

Da marechiaro a Procida con Liberato la sorpresa è sempre dietro l’angolo. Quasi un’ora di musica a
largo della spiaggia della lingua con un migliaio di persone ad assistere e tante altre in piazza
Marina Grande.
Qualcosa bolliva in pentola da giorni. Nell’ultima settimana l’artista senza identità aveva allertato i
fan con alcuni video che lo vedevano su una barca a remi nel golfo di Napoli. Poi a sorpresa è
arrivato l’annuncio di un concerto per Procida Capitale della Cultura 2022 a poche ore dall’inizio.
L’evento si è svolto mercoledì 20 luglio, gratuito e aperto a tutti, disponibile anche in streaming, al
tramonto e in “Miez’o mare” (come il titolo dei video social e degli hashtag che li hanno
accompagnati), su una chiatta di fronte alla spiaggia della Lingua: una performance live suggestiva
e coinvolgente, che ha visto l’artista accompagnato da un quartetto d’archi per un concerto dal forte
impatto visivo ed emotivo.
Abballanno c”o mare ‘int’ô core”, recita una delle sue nuove canzoni, “Nun ce penzà”. E dal mare,
mentre il sole scendeva verso l’orizzonte, sono arrivati sulla chiatta, posizionata davanti alla
spiaggia, i protagonisti del concerto: da destra a sinistra si sono schierati un quartetto d’archi
mascherato, una figura alla consolle e Liberato, o chi per lui, alla tastiera. Prima che il sole
scomparisse da questo giorno d’attesa, Liberato canta. Canta per la prima volta le nuove canzoni del
secondo album, uscito poco più di due mesi fa.
Il concerto organizzato con Voiello, main sponsor di Procida Capitale Italiana della Cultura, parte
con la sognante e romantica “Anna”, per poi percorrere binari synth dance con “Guaglioncella
napulitana”, e innestando successivamente i sincopati trap di “Nunneover”. Poi tocca alla triade “Oi
Mari”, “9 maggio”, “Gaiola” che con i ricami degli archi prendono una dimensione più
sentimentale, raccolta, soffusa e di grande atmosfera che si sposa con il mare quieto, il tramonto
ocra, l’abbraccio di Procida e la cornice del Vesuvio dietro, in lontananza. Si rimane nelle stesse
camere pennellate con la nuova “Partenope”, per terminare con i due singoli-catalizzatori, ormai
divenuti classici moderni, “Me staje appennenn amó” e “Tu te scurdat e me”.
“Liberato canta ancora” è lo slogan che sta accompagnando l’artista nel corso di questi anni
attraverso sporadiche apparizioni, altrettante pubblicazione, contrariamente alle politiche che il
mercato musicale richiederebbe. Dopo un lustro di (non) presenza sulle scene, mentre il gossip
futile sulla sua identità sta finalmente scemando, la musica torna a ricoprire l’effettivo spazio e peso
della sua proposta: è il momento per lui di misurare la continuità del suo impatto sul pubblico. Lo
scorso 9 maggio Liberato era riapparso sui social per condividere i sette brani del secondo disco e il
videoclip di “Partenope”, diretto dal sodale Lettieri.
E questi nuovi brani hanno saputo mantenere intatto il suo eclettismo, un fil rouge che collega
tradizione napoletana con la musica da club. E sono riusciti ad allargare gli orizzonti della proposta

musicale dell’esordio (che ha conquistato di diritto lo status di culto), mantenendosi fedele a un
immaginario personale e senza epigoni. Tra classica scala minore napoletana, battiti trap,
l’ibridazione del dialetto napoletano con brevi slogan cantati in lingua inglese: un’altra tappa
dell’affascinante progetto crossmediale in cui musica e audiovisivo hanno lo stesso peso, con
l’aggiunta di una strategia di comunicazione dal notevole impatto che hanno creato un’operazione
che rimane senza pari in Italia.
“Son venuto a Procida e tu t’e scurdat’ ‘e me” canta Liberato alla fine del concerto, prima di
riscomparire nella notte e tra i flutti, nell’attesa per il concerto più volte rimandato negli ultimi due
anni che si terrà il 9 settembre all’Ippodromo Snai-San Siro di Milano.

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Mimmo Redattore Virtuale
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