OGNI FAMIGLIA E’ SPECIALE!

Un vecchio detto inglese dice: Right or wrong, my country, si potrebbe tradurre come:
Bene o male, giusto o sbagliato, è il mio paese. Per l’essere umano nascere è un dono, ma
continuare a stare in vita richiede un duplice impegno; soddisfare i bisogni primari come,
la fame, la sete, la sicurezza e riconoscere, nutrire l’esistenza di un sentimento interno che
chiamiamo anima. L’appartenenza alle proprie origini, segna l’esistenza soggettiva e può
determinare i comportamenti e le reazioni all’interno di nuclei familiari e sociali. L’uomo
sopravvive alle difficoltà della vita, anche grazie alla consapevolezza delle sue radici. Ed è
proprio per questo fattore, che tutti gli esseri umani prima o poi avvertono il movimento
che li sollecita verso la ricerca della propria verità familiare. Il progetto di vita diviene “il
riappropriarsi della storia personale e familiare”, anche se doloroso e per certi tratti
incomprensibile. Sarà possibile iscriversi in una discendenza e di mettere ordine tra i
ricordi sbiaditi e le leggende tramandate dai propri antenati. E’ come quando ereditiamo,
ognuno riceve una varietà di cose e sentimenti, di cui non si sa che fare. Possiamo
scegliere di conservare l’orologio antico e di sbarazzarci di ciò che ingombra, delle cose
inutili. E’ un processo non sempre facile da attuare, molti sono avversi al cambiamento e
preferiscono resistere, conservare e stipare tutto in un sottoscala. Fino a quando qualcosa
accade, e allora siamo sollecitati dagli avvenimenti, ad aprire gli occhi, e così facciamo
l’esperienza che il solo guardare non ci basta. La vita ci colpisce negli affetti, la vita ci
toglie, la vita ci rende folli, e alla fine ci fa sentire l’amore, l’autenticità della spinta verso
la vita. Sperimentiamo la crisi nel dolore personale, e solo allora quando sembra quasi
tutto perso, che un timido movimento prende forma e spazio e sentiamo crescere la
speranza. Stremati e feriti nei sentimenti, scopriamo che è giunto il momento per essere
supportati e indirizzati verso un cammino che si prenda cura del paesaggio che custodiamo
dentro di noi. In questa nuova condizione, entriamo nell’esperienza del rapporto di cura tra
due esseri umani, il medico e il paziente. Una nuova opportunità di vita, che ci dona la
possibilità di entrare in contatto con aspetti della nostra personalità fino ad allora
sconosciuti. La mente relazionale ci accompagnerà attraverso vecchi ricordi, momenti
piacevoli, memorie disfunzionali ed eventi tragici. . Ma adesso, con la consapevolezza
dell’adulto che sento, posso scegliere di ovvero di comprendere meglio e
senza giudizio il mio vissuto familiare, me ne prendo cura, nel senso che scelgo di
prenderne le distanze e riprendo il filo della mia vita. Ed è proprio grazie al contributo
delle mie ricerche, della mia scoperta come essere umano che sperimento un sentimento
nuovo per me; la compassione verso chi mi ha preceduto. Solo adesso, mi sento pronto per

assumere nuove decisioni importanti, come mantenere la lealtà che rappresenta il mio
vantaggio bio-evolutivo; far emergere gli attimi di felicità provata. E finalmente deporre il
fardello degli orrori, delle ferite e delle colpe, dei non detti, dei segreti familiari, ma anche
delle perdite impossibili da confessare. E’ una condizione umana che richiama all’umiltà
d’animo che è propedeutica alla ristrutturazione biochimica dei sistemi plastici della nostra
mente relazionale. Nell’incontro tra due sinapsi, nell’attimo che entrambe si toccano, nasce
una nuova energia, è così che apprendiamo, è così che realizziamo, è così che noi sentiamo
il piacere e il dolore, attraverso la cooperazione di più sistemi cerebrali che comunicano lo
stesso linguaggio anche se appartengono a nazioni dislocate geograficamente lontane; la
mente e il suo corpo.

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