mercoledì, Aprile 24, 2024

La magia delle bottiglie di pomodoro. Marianna Sasso: quella bugia per non farle… ma ora quanta nostalgia

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C’è un rito che ci piace ricordare. Un salto nel passato reso vivo, però, da alcune famiglie e che vive al covid, alla pandemia, alle offerte da discount e al mondo che va veloce. La storia delle bottiglie di pomodoro è una storia di noi. Una storia ischitana. Il fusto di olio usato come pentola, il sacco usato come divisore per evitare che le bottiglie si toccassero, il passatutto (di tutte le dimensioni) usato a mano, le famiglie che si ritrovavano e una grande avventura per piccoli e meno piccoli. Una storia ischitana che merita di essere raccontata e celebrata.

Il racconto

Marianna Sasso, oggi dinamica imprenditrice del turismo, ha scritto una piccola testimonianza e un ricordo legato a questa storia ischitana. Un passato che accomuna molti ischitani (il fatto che Marianna e il direttore l’abbiano vissuto in prima persona, insieme, è un dettaglio secondario) e che arricchisce questo racconto di qualche particolare interessante…
Quando ero piccola in questo periodo in molte case ischitane si iniziavano a fare le “bottiglie” di pomodoro. Arrivavano i camion dove si compravano i migliori pomodori San Marzano che venivano lavati con cura e fatti asciugare su reti e iniziava poi il rito: le donne tagliavano i pomodori, i piccoli mettevano il basilico nelle bottiglie ben lavate, poi con questo macinino costruito artigianalmente si effettuava la passata in condizioni igieniche precarie si bollivano le bottiglie in un bidone spesso anche arrugginito ma da cui emanava un profumo meraviglioso.
La giornata si concludeva con un pranzo in tardo pomeriggio tutti insieme e la “zuppiera” di insalata di patate era la regina incontrastata della tavola. Io odiavo fare le bottiglie di pomodoro così come pure la vendemmia: le consideravo una cosa per i poveri a cui non erano costrette le mie amiche estive del Vomero che, invece, potevano andare al mare tranquillamente e comprare le passate di pomodoro al supermercato anche se mia madre diceva che le nostre erano più genuine.

In verità, a volte, le trovavo quasi acide. Un’ altra regola fondamentale durante la preparazione delle bottiglie era che le donne o le ragazzine se avessero avuto le mestruazioni sarebbero state cacciate come le appestate perché la loro condizione non era favorevole alla giusta riuscita delle passate, specialmente se avessi toccato il basilico e io, spesso, avrei finto di avere il ciclo per non sottopormi ad un rito a tratti superstizioso.
Ora, però, penso con nostalgia a quei momenti, spesso matriarcali. Penso a mia nonna, a mia mamma, alle mie zie e ai miei fratelli. Penso a quei momenti di genuinità e di famiglia. Penso con nostalgia anche al ciclo. Penso a quanto sono stata privilegiata a vivere questi momenti d’amore che ora sono ricordi preziosi e a quanto sia importante ritornare alle nostre radici per riscoprire la nostra identità. Anche passando attraverso le bottiglie di pomodoro. Niente questi sono pensieri di un caldissimo pomeriggio di fine luglio.

www.ildispari.it

Mimmo Redattore Virtuale
Mimmo Redattore Virtualehttp://www.ildispari24.it/it
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