Lungo l’esperienza della nostra esistenza, entriamo in contatto con l’alterità (l’altro da noi), e proviamo a confrontarci con ciò che non conoscevamo. Assistiamo alla straordinaria presenza di due mondi diversi che stanno cercando di rivelarsi, corriamo il rischio di entrare in contatto con ciò che non conosciamo. Così facendo, apprendiamo nuove strade che possono mostrarci e insegnarci sentimenti che non conoscevamo. Quando la quotidianità si costella di nuove emozioni, realizziamo che tutto ciò che abbiamo visto e sentito fino a quel momento, non è abbastanza, iniziamo a sentire di voler andare oltre.
Nonostante le avversità, l’Uomo integro sperimenta l’amore e la gioia
Questo significa che siamo consapevoli di voler cercare altro rispetto alle attuali conoscenze per assecondare (nutrire) il sé. La vita ci mostra la bellezza di una rosa appena sbocciata e di un tramonto mozzafiato, ma nel contempo, una zebra viene raggiunta dalla fame istintiva di una tigre. Eppure, il ciclo vitale continua il suo movimento in avanti, nessuno ferma nessuno e nessuno può tornare indietro. Questo è vero se noi consideriamo la nostra fisicità, ma se ci affidiamo alla capacità di ascoltare le nostre parti più profonde, realizziamo che siamo capaci di ripercorrere il romanzo di vita.
Se scegliamo di affidarci alla potenza della nostra immaginazione, scopriamo che siamo in grado di rallentare il ritmo frenetico di una quotidianità automatizzata e priva di connessioni con la coscienza individuale. Quando ci sentiamo smarriti, e senza via d’uscita, impariamo a fare contatto con il nostro respiro che ci sprona a prendere la potenza della vita dentro di noi. Ascoltiamo le nostre parti più profonde che nel respiro pieno e consapevole si nutrono e ci fanno sentire al sicuro. “Il respiro mi respira” è un mantra che ci accompagna sempre, quotidianamente, diviene la palestra delle emozioni che ci rende responsabili verso la nostra esistenza. Eppure, la società sembra perseverare un’unico interesse: generare individui allineati e conformati alle esigenze contemporanee: attraverso i programmi educativi e la lotta verso la professionalizzazione, si tenta di assemblare vite simili per individui molto diversi. L’essere umano per sua natura, oltre all’educazione ha bisogno di rifocillare la sua Coscienza che non si vede ma si manifesta nel suo agire e non con ciò che dice. Quando la vita ci pone nello stato del bisogno, non abbiamo molte scelte, ciò che ci assicura la sopravvivenza diviene la modalità con la quale noi decidiamo di resistere e di continuare a respirare.
Per adesso è così, sembra una frase semplice, ma racchiude in se una grande forza: bisogna accettare ciò che adesso c’è nella realtà e trasformare l’attuale criticità in altro. Ognuno trasformerà la difficoltà in qualcosa di diverso, in altro, e finalmente riuscire a trovare il proprio posto rispetto alle asperità dell’esistenza umana.
La Vita ci mostra i denti, l’Uomo se riesce ad accettare il suo vissuto emozionale, integrando le capacità animiche (la cura del Sé), sperimenta i sentimenti alti e funzionali che gli permettono di vivere nonostante le avversità. L’immagine di Gesù che nasce in una stalla, ci rende consapevoli che il primo lockdown (chiusura) ci ha già insegnato che l’Uomo quando si muove nello stato dell’IO Adulto, vive di poco, ma necessita del giusto calore e dell’Amore per stare al mondo.
Le caratteristiche animiche sono le prerogative che i Governi farebbero bene a percorrere come mezzo attraverso il quale trasformare l’attuale globalizzazione economica in “globalizzazione animica”. Io non mi stancherò mai di crederci e di augurarmelo, la storia è l’esempio che tutto ciò che facciamo resta come una traccia indelebile, non possiamo cambiare il nostro passato ma se ci concediamo il tempo, scopriamo di essere in grado di modificare il sentimento che abbiamo legato a ciò che è stato. Quando siamo posti nella condizione di non poter danzare più, permettiamoci di farlo con la nostra Anima, sarà un po’ come tornare a casa.